Si parla tanto in questi giorni di due importanti annunci che dovrebbero, il condizionale è d’obbligo però, cambiare e stravolgere il mondo del gaming.
Due dei più importanti ecosisistemi del web hanno annunciato la loro nuova piattaforma per lo streaming di giochi online: da un lato Google con l’ambizioso e fantasmagorico progetto Stadia vorrebbe liberare gli e-players dalla schiavitù della console proprietaria fornendo un servizio di streaming dei giochi via cloud; dall’altro, Apple ha annunciato l’arrivo in autunno di Arcade, proponendo un abbonamento di cui non si sanno ancora i costi ma che permetterà di giocare su tutti i mela device.
Non siamo gamers e il nostro mondo è quello dei social media – quindi in teoria la notizia dovrebbe passare inosservata. MA (c’è sempre un ‘ma‘) tra le righe dell’annuncio formale abbiamo letto un aspetto che ci ha fatto riflettere, soprattutto guardando il controller di Stadia: quel pulsantino magico in basso, al centro. Si tratta di un comando immediato per accedere direttamente all’Assistente di Google, permettendo di chiedere aiuto quando si è bloccati in un livello difficile, far partire una sessione multi-giocatore e fare la condivisione di clip delle proprie partite probabilmente direttamente su YouTube. Con un semplice clic.
Prima considerazione: Twitch ha portato via a YouTube una fetta di mercato. I numeri dicono che è la prima piattaforma di streaming giochi negli USA con più di due milioni di streamers al mese e 15 milioni di utenti attivi al giorno. Prima di Twitch questi utenti erano (se non tutti, almeno gran parte) solo su YouTube e il fatto che la piattaforma continui a crescere significa che nuovi utenti che cercano quel tipo di contenuto vanno direttamente su Twitch – o comunque, dividono la loro attenzione tra i due prodotti. Brutta notizia per Alphabet, che guadagna dal minutaggio (e quindi dalla pubblicità) di YouTube – soprattutto visto che Twitch è di Amazon.
Seconda considerazione: una delle caratteristiche maggiormente messe in evidenza nella presentazione di Stadia è lo Stream Connect, vale a dire la possibilità di far visualizzare LIVE la propria partita ad un altro giocatore facendo una sorta di embed che permette di condividere video, audio e dati. In poche parole, si gioca insieme, fianco a fianco, non necessariamente uno contro l’altro: un’esperienza molto “social”. Social? Come in ‘social network’? Eh sì, da qui a far diventare queste piattaforme un vero e proprio social media, con tanto di messaggistica, bacheche, amicizie e gruppi di interesse il passo è veramente breve.
Facebook è troppo generalista e sta invecchiando, Google+ si è suicidato e Instagram (Stories) ha ucciso Snapchat. All’orizzonte vediamo network sempre più tematici e sempre meno generalisti, come è già successo ai network televisivi prima dell’avvento di YouTube, cannibalizzati dalla moltiplicazione di contenuti dei canali tematici satellitari. E forse anche Stadia, Arcade e Twitch combatteranno la loro battaglia sul terreno dei social dove chi ha più numeri e facilità di utilizzo vince.